Amici, fermate tutto: giovedì sera abbiamo vissuto qualcosa che difficilmente dimenticheremo. Non era una semplice cerimonia di premiazione — era la celebrazione di un anno intero di sudore, sacrifici, sogni e – sì – qualche lacrima, che alla fine si è trasformata in orgoglio puro.
Già prima di entrare in piazza si respirava elettricità: i ragazzi, le ragazze, allenatori e dirigenti che passavano, facevano battute nervose, controllavano orologi, aggiustavano cravatte, raddrizzavano magliette. C’era chi parlava sottovoce di “non vedo l’ora” e chi sorrideva nervosamente pensando “speriamo non cadi niente”. Quando siamo saliti sul palco, il mega schermo dietro a noi si è acceso in un secondo: foto, passi salienti, video, volti — ognuno ha riconosciuto se stesso lì, insieme agli altri. E il pubblico ha reagito con applausi che facevano vibrare il pavimento antico.
Quando è comparso il nome di una squadra, un atleta, un piazzamento, tu sentivi che non erano soltanto parole: erano pezzi di storie vissute. Ogni punto in classifica, ogni medaglia, ogni segno era un ricordo vivo: l’allenamento di prima mattina, la partita persa al fotofinish, la rimonta nell’ultimo set, il “ci siamo quasi” sussurrato nello spogliatoio.
Le Ragazze U13 — con il loro secondo posto nel campionato — erano emozionatissime: qualcuno stava trattenendo le lacrime, qualcun’altra abbracciava l’allenatore come se fosse u. È stato un bel segnale che il percorso sta portando frutti, anche se la strada è lunga. Poi i ragazzi dell’Under 17 Maschile, con un secondo posto che sa di vittoria morale. E l’Under 19 Maschile, con il terzo posto: bello, duro, meritato. Non è sempre la vittoria che conta, ma la costanza.
Poi è arrivato il momento top: il Memorial Barani. Lo speaker che chiamava i nomi: “Ragazze U13-U14… primo posto! Jun/U19 Maschile… primo posto!” — e la piazza che esplodeva, mani al cielo, urla. I nostri ragazzi che salivano sul podio, occhi che brillavano, abbracci che duravano più di quanto potessero sembrare. E mentre il primo posto rubava la scena, non sono passati inosservati i terzi posti conquistati dalle GIRLS del GIO 10-4 e dai ragazzi dell’Allievi/U17: piccoli segni di crescita che diventano fondamentali per il cammino futuro.
Alla fine, guardando lo schermo che lentamente ritornava nero, restavamo lì, emozionati e un po’ storditi. Quelle magliette uguali, quella folla, quei volti, erano la prova che non siamo solo atleti che giocano — siamo una comunità, una famiglia. E tornare a casa con i muscoli che tremano e la voce roca non era un prezzo, ma un premio.
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